Italia: dal cetriolo verde all’Ungheria.
Uno dei maggiori stereotipi che sono associati all’Italia e’ quello del “buon gusto’. Questo deriva dal grande numero di artisti nati e vissuti nel nostro paese che hanno deliziato il mondo intero. Questa eredita’ ci torna sempre comoda, ci ha dato un bel valore aggiunto per vendere i nostri stracci di moda. Fortunatamente gli allocchi all’estero li comprano.
Sostanzialmente siamo passati dal sublime al cafonal chic; della grandezza dei nostri artisti rinascimentali sono rimaste solo le vestigia e qualche alfiere che ancora si batte per la il prolungamento della nostra tradizione. Parliamo ovvimante di mosche bianche che non sto qui ed elencare, non e’ questo il punto.
Negli ultimo 3 anni i politici hanno cercato di partorire un qualcosa che ci rendesse distinguibili ovunque, qualcosa ci rappresentasse ed unisse, un elemento grafico che fosse la summa della storia italiana. Non e’ una missione semplice, diciamolo chiaramente. La costruzione di un logo, in ambito grafico, e’ uno dei processi piu’ lunghi e complessi per la costruzione di una solida immagine coordinata ed identita’ del marchio.
Rutelli, anni fa, partori’ questo:
Il risultato fu ovviamente imbarazzante: un cetriolo verde mimava tragicamente una “T” tra due caratteri di diverso stile. Fu’ ovviamente demolito dalla comunita’ di esperti di grafica e comunicazione. A lato mettiamo che questo logo avrebbe farto parte del fallimentare sito italia.it, che costo’ cifre esorbitanti per essere poi chiuso dopo circa un anno di vita.
Ci riprova cosi’ Silvio Berlusconi e la sua gang. Della faccenda si prende il carico la Brambilla, che da brava esperta di “marketing” e non so cosa (tutti ormai hanno una cencissimo inutile corso di marketing alle spalle) pubblica una bozza del nuovo logo per l’Italia.
Ed ecco che dagli ortaggi di Rutelli diventiamo “magici” anzi “magic” con la Brambilla e Berlusconi. In uno sfondo di luci, sfumature ed ondivaghe linearita’, il povero font Bodoni e’ avvolto da un baffo tricolore. Il risultato e’ decisamente imbarazzante, degno forse solo di campeggiare in qualche televendita.
La proposta della Brambilla viene completamente demolita dai commenti, e d ecco che subito, da buona donna di immagine e gusto quale ella sia, pronto subito un restyling:
Ora va un po meglio, peccato che bandiera sia quella dell’Ungheria.