Ho visto Truman Burbank al Tesco, I.

« Caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buona sera e buona notte! »

(Truman Burbank, The Truman Show, 1998)

Chiunque ha l’aspettativa di trovare il proprio luogo ideale. Quel posto dove tutto è costruito secondo le nostre aspettative, quelle che sono esclusive e fanno parte del nostro personale mondo emozionale.

Molti di noi, che si trovano per varie ragioni a viaggiare su varie latitudini della terra, sono accomunati dal desiderio di trovare il proprio luogo ideale. Questo desiderio è tanto più forte quando ci si trova completamente sradicati dal proprio luogo di origine. Si comincia, così, ad elaborare ed idealizzare un prototipo di luogo geografico che corrisponda ai nostri desideri.

A volte il luogo ideale è rappresentato da quello di nascita o laddove abbiamo vissuto per maggior parte del nostro tempo. Spesso, questa è un’idealizzazione elaborata per mezzo di una accurata selezione dei nostri ricordi. Per la costruzione del nostro mondo ideale vengono accuratamente scelte solo le parti migliori, cercando di disfarsi di tutto il negativo e il dannoso. Affettiamo con cura le parti del nostro cervello, cercandone l’arista come fossimo degli abili macellai.

A questa personale selezione si va ad aggiungere tutto l’imbastimento letterario, cinematografico, storico e musicale, che hanno contribuito ad anabolizzare la realtà, costruendo modelli di felicità e serenità che sono più verosimili che veri, o meglio sono inverosimili.

Quel luogo, è quindi un’elaborazione della nostra mente, un’insieme di idee, pensieri ed immagini che formano un quadro ben preciso, ritagliato perfettamente secondo le nostre forme. Un mondo dove nessuno dei suoi abitanti possa nuocerci o spaventarci. Un luogo dove potersi muovere agevolmente, dove tutto sembri familiare ed accogliente e dove si abbia controllo e cognizione di ogni cosa. E’ un desiderio di onniscenza ed onnipotenza, dove anche lo sconosciuto sia controllabile e manipolabile. Un sensazione paragonabile alla visione di una invitante scollatura; è solo la sua idea che ci affascina perché so già cosa troverò oltre. Nessuna sorpresa indesiderata, tutto è controllato secondo la propria personale trama.

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Ognuno vive la propria geografia privata, idealizzando luoghi lontani e che un giorno forse verranno raggiunti fisicamente. Quello che cerchiamo, in sostanza, è il nostro Eden terreno.

Il luogo ideale sei tu e ne sei la deità principale.

Il luogo reale, invece, è esattamente quello che non si adatta a noi e che non avrà mai una percentuale di appetibilità troppo alta. Di norma non è mai il luogo in cui si sta vivendo, è sempre qualcosa di lontano ed irraggiungibile.

Il luogo reale è costituito da un insieme di norme, prassi e canoni che sono il risultato di un cultura e di uno spirito che le pervade. La sua essenza più profonda è delineata da una moltitudine di persone che lo abitano e lo hanno vissuto. Per questo motivo, raramente ci si potrà ritrovare in ogni suo aspetto, provocando, in percentuali diverse, un senso di insoddisfazione e frustrazione.

Il luogo reale non sei tu, tu ne sei solo una minima parte.

La ragione per cui mondo ideale e mondo reale difficilmente collimano, è nella loro stessa natura. Il mondo ideale è una costruzione soggettiva e seppur sia il prodotto di conoscenze reali, è comunque una nostra personale elaborazione. Il luogo reale, invece, è costituito da una somma di più soggettività passate e presenti, che si esprimono nel Genius Loci, che ne è l’anima invisibile ed il carattere identificativo.

Troppo spesso perdiamo le forze cercando di far combaciare la nostra idealizzazione con il luogo in cui viviamo. Questo è spesso un sforzo vano, poiché si realizza che esiste l’impossibilità di adattare completamente gli ambienti reali a propria misura. Allora una via di salvezza è crearsi piccole dimensioni personali, come oasi in cui rifugiarsi ed in cui sistemare tutto a proprio piacimento. Più la dimensione personale si espande e maggiormente si ingrandirà la frattura che ci divide da quella reale e dalla sua conseguente contaminazione.

L’ideale ed il reale si scontrano qualora si abbia la pretesa di mescolarli forzatamente a proprio pro , quando probabilmente è possibile che possano solamente  aderire vicendevolmente contaminandosi. Se non siete quindi dotati di enorme potere politico e finanziario, dimenticate pure di vedere edificata la vostra grande idealizzazione. Ma una cosa potete farla: raccontarla. Non costa nulla ed a molti ha dato l’eternità.

Ed è così che incontro sempre Truman al Tesco, che mi saluta chiamandomi Truman. Se  mi giro intorno ce ne sono a centinaia, tutti come noi: vettori di mondi ideali, incarcerati nel mondo reale. Quello stupendo luogo inospitale.