Dublino, al tempo delle Tigri e delle Sirene.

Ricordo che quando arrivai a Dublino, fui testimone degli ultimi afflati di Tigre Celtica. La sbornia collettiva era ancora alta ed i weekend per me erano motivo di ribrezzo e curiosita’. Era quel sentimento di disgusto ed attrazione che si prova per qualcosa di tremendamente schifoso ma conturbante, come un coprofago ammira desiroso il suo perverso piatto.

Vidi un popolo completamente ammaliato da una Sirena incantatrice, che presto li avrebbe divorati per poi buttarne i resti in mare. La stessa Sirena, che non sazia, si mangio’ anche la povera e vecchia Tigre.

Dal venerdi sera fino alla domenica non c’era ragione che tenesse, il party cominciava. Temple Bar era un circo a cielo aperto, dove umanoidi sguaiati e grotteschi si aggiravano brancolando e grufolando come maiali in calore. Separatamente, c’erano femmine che strillavano come cornacchie, menavano come marinai e cadevano in terra come statue di vetro, senza mai infrangersi purtroppo. Tutti diventavano mostruosi, contorti nelle loro espressioni di gioia e malvagita’.

Vomito, sangue e deiezioni di ogni tipo erano l’onesta ed organica cornice della grande festa della Dublino del Boom economico.

Anche gli homeless ne facevano parte, danzando disgraziatamente di fronte ai musicanti erranti di Temple Bar. Magari, pensavano, qualcuno gli avrebbe sganciato qualcosa per il simpatico intrattenimento.

Solo Bosch avrebbe potuto rappresentare quello che il mio filtro elaborava.

Da una parte mi rattristavo per la sguaiatezza e la volgarita’ di quello spettacolo, dall’altra leggevo nei loro occhi la gioia di non essere piu’ pieni di imbarazzo per la loro poverta’ e sottomessi all’eterno confronto con gli odiati cugini inglesi, sempre piu’ grandi e maestosi di loro.

Era il loro modo per mostrare il grande fottidito celtico al Mondo e all’Europa, che aveva relegato quest’isola a fanalino di coda, quasi a fargli scontare la secessione dal culo flaccido della Regina Madre.

Poi, ogni popolo diventa vittima del suo boom e le risate diventano piu’ sommesse, tranne per le urla di pochi, che vengono definiti solamente degli “sciocchi”.

Sláinte.